Sanzione da 110 milioni di euro a Facebook e WhatsApp

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Sanzione da 110 milioni di euro a Facebook e WhatsApp © Unsplash

A conclusione di un'indagine iniziata nel dicembre del 2016 la Commissione Europea avrebbe comminato una sanzione pari a ben 110 milioni di euro a danno di Facebook. Il gruppo capitanato da Mark Zuckerberg era stato accusato di non aver fornito informazioni corrette riguardo all'acquisizione dell'applicazione per la messaggistica WhatsApp.

Il passaggio di quest'ultima all'interno della famiglia del Sito in Blue risale al 2014, allora i responsabili di Facebook avrebbero dichiarato che gli account del social network e quelli di WhatsApp non sarebbero stati associabili; tale affermazione avrebbe avuto un ruolo fondamentale per far sì che la Commissione approvasse la fusione.

Una volta ricevuto il nullaosta per l'acquisizione Menlo Park avrebbe però deciso di comportarsi diversamente e la fusione tra gli account di Facebook e quelli di WhatsApp veniva esplicitamente citata all'interno di una modifica delle policy proposta agli utenti nell'agosto del 2016. Da qui l'indagine dell'Authority e la conseguente sanzione.

Nello specifico la Commissione Europea avrebbe accertato che la possibilità di collegare gli account delle due piattaforme era già disponibile prima della fusione tra le due aziende, Facebook avrebbe quindi mentito per ottenere l'approvazione in quanto i suoi responsabili già sapevano di poter unificare le utenze dei due servizi.

Fornire informazioni ingannevoli o incomplete per ottenere il benestare ad una fusione può costare ad un'azienda multe fino a 200 milioni di euro, nel caso specifico i commissari avrebbero optato per una cifra nettamente inferiore (anche se particolarmente rilevante) per via della collaborazione offerta da Menlo Park in fase di indagine.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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