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Dati personali: i prezzi del mercato nero

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Dati personali: i prezzi del mercato nero
  • Pubblicato il
  • 23/10/2018
  • Autore
  • Claudio Garau

Gli attacchi informatici sferrati in Italia nel corso dell'ultimo anno sarebbero stati oltre 10 mila, in buona parte realizzati per sottrarre dati da piattaforme istituzionali. Tali informazioni sarebbero state poi messe in vendita nel mercato nero, in particolare attraverso il Dark Web, praticando prezzi molto più contenuti di quanto non si potrebbe pensare.

Stando a quanto riportato nell'ultima edizione del Rapporto Clusit (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica), ad oggi il valore dei dati riguardanti un singolo cittadino dello Stivale non supererebbe in media i 2 euro, questo anche nel caso in cui vengano rese disponibili informazioni particolarmente delicate come per esempio i numeri di carte di credito.

Una quotazione così bassa sarebbe dovuta in particolare al fatto che i dati vengono commercializzati illegalmente all'interno di pacchetti contenenti migliaia di profili violati, in sostanza la grande facilità con la quale i Cyber Criminali riescono ad accedere alle informazioni riservate si ripercuoterebbe negativamente sul loro valore intrinseco.

Non tutte le identità avrebbero però lo stesso "peso" a livello economico, molto dipendenderebbe dalla tipologia di account colpiti. Nel caso in cui si dovesse trattare di profili particolarmente interessanti, ad esempio persone con note disponibilità economiche, si potrebbe arrivare anche a 500 euro per l'accesso ad un account PayPal verificato.

Altri "servizi" forniti da utenti malintenzionati verrebbero però forniti a prezzi particolarmente "accessibili", a tal proposito basterebbe citare il prezzo di mercato di un account Skype, che in media non supererebbe i 12 euro, e quello dell'attacco contro il terminale di un privato o di una piccola azienda, quotato mediamente una ventina di euro.

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