Datagate: nessuno smartphone è al sicuro

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Datagate: nessuno smartphone è al sicuro

Dopo le ultime rivelazioni formulate da Edward Snowden, noto al mondo come la "talpa" dello scandalo Datagate, gli analisti di sicurezza e delle telecomunicazioni hanno provato ad ipotizzare i metodi utilizzati dai servizi segreti per lo spionaggio delle trasmissioni tramite dispositivi mobili.

Gli uomini della NSA (National Security Agency) potrebbero aver sfruttato il classico sistema basato sulle backdoor, delle porte di ascolto non autorizzate presenti all'interno di tutti i sistemi operativi più diffusi, ivi compresi l'Android di Mountain View e l'iOS di Cupertino.

Quella delle backdoor sarebbe per il momento una delle tesi più accreditate, questo perché ad oggi potrebbe risultare relativamente semplice sfruttare le debolezze strutturali di protocolli solo teoricamente "protetti" come per esempio VPN, SSL e TLS.

A quanto detto, si aggiunga il fatto che l'NSA ha sia i mezzi che le competenze (se non i giusti "contatti" nelle grandi aziende) per effettuare operazioni di cracking e monitoraggio su larga scala, ma a loro favore vi sarebbe anche una Rete dove troppo spesso vengono utilizzati strumenti crittografici datati.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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